ARRIVEDERCI A MADRID

Con una rinnovata professione di fiducia nei giovani, "speranza per il mondo di domani", Benedetto XVI ha concluso la sua visita in Australia. Otto giorni di incontri e celebrazioni – ma anche di distensione e di riposo – per questo nono viaggio internazionale che ha avuto come meta Sydney, sede della XXIII Giornata mondiale della gioventù. Il Papa ha chiuso le celebrazioni con la messa all'ippodromo di Randwick, ribadendo ancora una volta che la Chiesa conta sui giovani non solo per costruire un mondo meno "avido ed egoista" ma anche per trasformare pienamente se stessa in una "vivente comunità d'amore, comprendente gente di ogni razza, nazione e lingua".
L'aereo con a bordo Benedetto XVI è decollato dall'aeroporto di Sydney alle 10 locali di domenica e dopo uno scalo tecnico a Darwin, nel nord del Paese, è ripartito alla volta di Roma, dove l'atterraggio è previsto per le 23 del 21 luglio. Durante il volo, salutando i giornalisti, il Papa li ha ringraziati per "il lavoro di comunicazione e informazione", senza il quale "non sarebbe stato possibile far conoscere questa meravigliosa esperienza".
Durante la cerimonia di congedo, svoltasi alla presenza del primo ministro Kevin Rudd – che ha annunciato la decisione di stabilire a Roma la residenza del rappresentante diplomatico australiano presso la Santa Sede – il Pontefice ha voluto ringraziare il Paese e in particolare tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della Gmg:  un "evento ecclesiale di carattere globale", lo ha definito, che ha richiesto "un immenso lavoro di preparazione e di organizzazione".
In precedenza, prima di lasciare la metropoli australiana, Benedetto XVI aveva riservato due incontri ai sostenitori e agli artefici di questa Gmg. Domenica pomeriggio aveva salutato benefattori e organizzatori nella residenza dell'arcivescovo. L'incontro si era svolto in due momenti:  uno nella reception hall e l'altro nella sala del Capitolo. Nel suo discorso il Pontefice aveva ringraziato il comitato organizzativo, le singole persone, le ditte, le associazioni e le autorità locali che hanno collaborato alla riuscita delle giornate australiane. Successivamente, lunedì mattina – ultimo impegno ufficiale prima del congedo – si era svolto l'incontro con i dodicimila volontari (quelli di parte ecclesiale e quelli delle istituzioni civili) che hanno svolto opera di accoglienza e di assistenza per i giovani. Nell'occasione Benedetto XVI aveva espresso riconoscenza anche a tutti i vescovi, al clero, ai consacrati, agli insegnanti e alle scuole, alle associazioni laicali e ai movimenti, alle famiglie e alle comunità parrocchiali che hanno contribuito al buon esito della Gmg.
La mattina di lunedì si era aperta con una messa celebrata dal Papa alle 7 nella piccola cappella della Cathedral house, alla presenza di due uomini e due donne vittime nel passato degli abusi sessuali da parte di alcuni sacerdoti australiani. Con le quattro persone era un prete incaricato della pastorale di accompagnamento. Insieme a Benedetto XVI hanno concelebrato il cardinale Pell, l'arcivescovo Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, e i due segretari monsignor Gänswein e monsignor Xuereb.
Al termine della messa il Pontefice ha parlato singolarmente con i quattro, rivolgendo loro parole affettuose di partecipazione e di conforto. L'incontro, terminato poco prima delle 8 – ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede padre Lombardi – si è svolto in "un clima di rispetto, di spiritualità e di intensa commozione".
Come già era avvenuto negli Stati Uniti d'America, Benedetto XVI ha voluto personalmente incontrare alcune delle vittime degli abusi come gesto concreto per esprimere i suoi sentimenti – già manifestati espressamente in più di un'occasione – su questo dramma che ha "causato grande dolore e danneggiato la testimonianza della Chiesa". Lo ha fatto solo a conclusione della visita, ha precisato padre Lombardi, perché le celebrazioni della Gmg erano "il motivo specifico del suo viaggio".
 

(©L'Osservatore Romano – 21-22 luglio 2008)