Carissimo Don Adriano,
“Grazia su grazia”. Con questa espressione qualche mese fa, annunciavi il tuo congedo dalla nostra comunità. Una semplice parola “grazia”, ma densa di significato. Oggi ti vogliamo dire grazie per esserci stato vicino, grazie per tutto quello che ci hai donato in questi anni, grazie per essere stato con noi e uno di noi, e vogliamo ringraziare il Signore per averci donato a lungo la tua presenza. Per questo motivo non possiamo limitarci ad elencare le innumerevoli iniziative che in questi 25 anni hai pensato e portato avanti, a cominciare dalla missione popolare in preparazione al quarto centenario per finire alla lectura dantis di cui abbiamo vissuto la XVII edizione qualche giorno fa, passando per il processo di beatificazione di Gabriel Mattei, l’elevazione a Basilica del nostro Santuario, l’istituzione del Centro di Aiuto alla Vita e tutte le altre iniziative che hanno contribuito ad incrementare e diffondere il culto alla Madonna del Colle.
Fare un semplice elenco avrebbe sminuito il senso della tua azione pastorale, e avrebbe dato l’impressione che in fondo essa si sia caratterizzata solo per un “fare”, mentre è stata molto di più del semplice fare, perché in realtàci hai insegnato a concentrare l’attenzione sull’essere, contribuendo così alla costruzione della comunità ecclesiale e civile nella sua dimensione attuale.
Un aspetto sui tanti che ha caratterizzato le tue innumerevoli iniziative, fa riflettere: nessuna di esse è stata settoriale, cioè nessuna di esse è stata solo ecclesiale, o solo culturale, o solo civile o solo storica, ma ciascuna ha abbracciato tutti questi aspetti. Magari inizialmente ognuna di esse aveva un aspetto specifico, ma poi, strada facendo, si è ampliata investendo tutti gli altri aspetti. Pensiamo al processo di beatificazione di Gabriele Mattei. Certamente è nato con una caratterizzazione prettamente ecclesiale, ma nel suo progredire nel tempo ha permesso di conoscere ed approfondire le vicissitudini storiche di Lenola dal 1602 in poi, i risvolti sociali che ha avuto l’opera di Gabriel Mattei per l’intera popolazione e l’ispirazione e l’influenza che il Servo di Dio ha fornito alle opere culturali del paese.
Stesso discorso si può fare per il Centro di Aiuto alla Vita, per la Caritas o per i quaderni che, nati come bollettino del Santuario sono diventati ormai un vero e proprio strumento culturale di cui si giova l’intera comunità lenolese e non solo.
Da sottolineare inoltre che le iniziative non si sono fermate a Lenola, ma hanno varcato i confini del paese, assumendo un rilievo quantomeno diocesano, facendo diventare Lenola un punto di riferimento per il comprensorio e per la diocesi.
Ciò è stato possibile per la tua capacità di coinvolgere tutte le persone in grado di dare un contributo costruttivo ai vari progetti, secondo capacità, carismi e competenze proprie di ciascuno, a prescindere dalla loro formazione e dalle loro idee sulla Chiesa. Per te veniva sempre prima la persona e la sua capacità e disponibilità alla realizzazione del bene e del progresso della comunità ecclesiale e civile.
Proprio con l’obiettivo di perseguire il bene della comunità, hai collaborato lealmente con tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute in questi 25 annie con le altre istituzioni civili e militari presenti a Lenola.
In questo tuo lungo cammino in mezzo a noi sei stato coadiuvato anche da due confratelli: inizialmente e per solo 4 anni da don Gianluigi, da diversi anni ormai da don Massimo che con la sua presenza attenta, discreta ma allo stesso tempo profonda ha dato anch’egli un contributo importante al cammino pastorale della comunità. Per questo li ringraziamo. Tra l’altro con don Massimo sarete ancora insieme al Santuario della Civita e anche a lui facciamo gli auguri per il nuovo impegno pastorale.
Inoltre sei stato capace di intessere relazioni personali con tutti, certamente con gradi diversi, ma non hai escluso nessuno. Tutti hai accolto con quel sorriso che ti ha sempre caratterizzato, e tutti si sono sentiti accolti, come dimostra la reazione di sconcerto mostrata da tutti i cittadini all’annuncio del tuo trasferimento. Ricordiamo in modo particolare il tuo impegno zelante espresso attraverso la Caritas e non solo, per rispondere, fin dove era possibile, ai bisogni più svariati di coloro, credenti e non, che a te si rivolgevano.
Ma noi riteniamo che il risultato più importante che hai conseguito sia stato un altro, anche perché esso è stato il presupposto indispensabile per una azione pastorale così ricca e proficua come quella che hai svolto.
Infatti con la tua perseveranza e tenacia, ma anche con la tua delicatezza, sei riuscito, parafrasando il versetto 14 del capitolo 2 della lettera agli Efesini (“egli ha fatto di due un popolo solo”), con tutte le dovute cautele e proporzioni, sei riuscito a fare di due comunità, una sola comunità. Perché oggi la nostra parrocchia è veramente una sola comunità. E noi la vogliamo immaginare come un grande albero le cui radici sono costituite dalla chiesa madre, cioè dalla chiesa parrocchiale, e la chioma di questo albero è costituita dal Santuario. E se è vero che i frutti dell’albero appaiono sulla chioma e quindi nel nostro caso appaiono sul Santuario, è anche vero che nessun albero potrebbe fruttificare se non avesse radici solide che nel nostro caso sono costituite dalla parrocchia.
Caro don Adriano fra pochi giorni tu lascerai il compito di coltivare questo albero a don Riccardo, una ulteriore grazia donataci dal Signore a cui rivolgiamo già il benvenuto, che potrà contare certamente sulla collaborazione di tutti gli operatori che, come solerti agricoltori tu hai formato in questi anni. E anche questo sarà da ascrivere a tuo merito.
Qualche giorno fa, in occasione dell’incontro del consiglio pastorale con don Riccardo hai detto che, pur andando a svolgere il nuovo impegno pastorale in un altro luogo, non diventerai un fantasma. Di questo ne siamo profondamente convinti: non diventerai un fantasma. Certo non sarai più il nostro parroco, non sarai più il nostro rettore, ma resteranno i legami di stima, di amicizia e di affetto che insieme abbiamo costruito e che ci hanno unito in questi 25 anni. Anni in cui ci hai accompagnato nei momenti di gioia e didolore e ci hai guidato con sapienza e discrezione. Anni in cui sei stato la nostra guida, il nostro punto di riferimento, interlocutore attento e preparato per ciascuna delle generazioni che hai incontrato e accompagnato nel tempo, osservatore attento, discreto e profondo,
Faremo sicuramente tesoro dei semi di amore e di fede che hai piantato nei nostri cuori e ogni volta che ci incontreremo, anche di questo siamo convinti, sarà certamente un momento di gioia.
Ma soprattutto a continuare a tenerci uniti sarà la preghiera, perché tu certamente continuerai a pregare per noi e, siine certo, noi continueremo a pregare per te.
E sia pure da due santuari diversi, citando san Bernardo, a te tanto caro, continueremo insieme a guardare la stella e ad invocare Maria.
Grazie di tutto caro don Adriano e tanti auguri per il tuo nuovo incarico pastorale.
Lenola 14.9.2024
Il Consiglio Pastorale di Lenola